
L’epigenetica è una branca della genetica che si occupa di studiare i cambiamenti e le modifiche ereditabili che possono influenzare l’espressione genica, senza alterare la sequenza del DNA.
In ambito terapeutico, la scoperta di questa nuova branca della biologia, quindi delle modificazioni epigenetiche, può essere importante per trattare numerose patologie tra cui quelle tumorali.
Grazie all’epigenetica sarà possibile studiare e comprendere come le diverse patologie possano essere influenzate anche dallo stile di vita, che si imprime sul nostro materiale genetico. Scopriamo insieme che cos’è nello specifico.
Cosa si intende per epigenetica?
Inizialmente il termine epigenetica era usato per descrivere il modo in cui l’informazione genetica veniva utilizzata nel corso dello sviluppo, per la produzione di un organismo. Con il passare del tempo, il termine ha però assunto un significato particolare e attualmente indica ogni modificazione ereditabile che non sembra alterare la sequenza del DNA ma che può determinare una variazione dell’espressione dei geni.
Quando parliamo di cambiamenti epigenetici ci riferiamo ai cambiamenti che agiscono sul fenotipo, ovvero le caratteristiche manifestate da un organismo, senza che il DNA sia interessato a questi cambiamenti. L’epigenetica sembra avere posto fine così, all’idea che il nostro destino biologico possa essere determinato dai geni. In realtà, siamo noi a influenzare il comportamento delle nostre cellule mediante lo stile di vita, l’alimentazione, le emozioni e i pensieri.
L’epigenetica ci dimostra come il nostro stile di vita possa condizionare il nostro benessere. Non siamo quindi, sottoposti al nostro patrimonio genetico, ma al contrario, con uno stile di vita sano possiamo esprimerlo al meglio. Questa nuova scoperta nel campo della ricerca biologica studia l’influenza dell’ambiente e della storia di ogni individuo nell’espressione dei geni presenti nel DNA.
Di cosa si occupa l’epigenetica?
Le origini di questa materia sono legate al biologo Conrad Hal Waddington, che nel 1942 coniò il termine “epigenetica” per indicare una branca della biologia che si occupava dello studio delle interazioni causali tra geni e il loro prodotto. Oggi la definizione sembra essere molto generica. Oggetto dello studio sono i cambiamenti della funzione genica che sembrano non influenzare alcun cambiamento della sequenza del DNA.
Quando si parla di epigenetica, infatti, si tende a parlare di alterazione piuttosto che di mutazione. Il patrimonio genetico di una persona è composto da una sequenza di DNA che viene trasmessa agli eredi. La trasmissione avviene con alcune possibili variazioni, poiché non tutti i geni della sequenza si attivano.
I processi biologici che fanno attivare alcuni geni e altri che restano inattivi, sono oggetto di studio dell’epigenetica. I cambiamenti cosiddetti “epigenetici” superficiali e non permanenti, non sembrano essere provocati da mutazioni geniche ma possono modificare l’accesso alla sequenza del DNA. Essi possono essere trasmissibili e di conseguenza ereditabili.
Vengono ereditati i cambiamenti della funzione genica, i geni restano uguali ma è possibile ereditare una loro diversa espressione. Alcuni geni possono essere non funzionali quando non si esprimono e altri, possono essere attivamente trascritti quindi, funzionali.
A renderci diversi uno dagli altri, ovvero unici, sono le diverse combinazioni di sequenza di geni attivi e disattivi. I processi che attivano o disattivano alcuni geni sono determinati da una serie di fattori come l’ambiente, l’alimentazione, il riposo, i traumi psicologici, il movimento. L’epigenetica si occupa, infine, di indagare circa le modifiche dell’espressione genica e la relazione che questa può avere con l’ambiente nel quale vive un individuo.