4 minuti

Chi si avvicina al termine della propria vita lavorativa, non può non porsi numerose domande circa il momento in cui andrà in pensione. A cominciare dall’età in cui potrà abbandonare il lavoro fino all’ammontare dell’assegno mensile che percepirà, i dubbi sono tanti e trovare le risposte non è sempre agevole.

Eppure conoscere in anticipo le condizioni alle quali si potrà accedere alla pensione è di grande importanza, in quanto può aiutare a decidere come muoversi e quali provvedimenti prendere per non dover rinunciare al proprio benessere e a un certo stile di vita.

Nel caso in cui ci si rendesse conto che l’assegno della pensione previdenziale avrebbe un ammontare troppo esiguo per le proprie necessità, si potrebbe ad esempio rimandare di qualche anno la pensione oppure si potrebbe correre ai ripari con un po’ di anticipo e consultare una guida sulla pensione integrativa al fine di trovare una soluzione adatta alla propria situazione.

Che cos’è la pensione

Quando si parla in modo generico di “pensione” si fa riferimento a una rendita, dal carattere temporaneo o permanente, che viene erogata a favore di determinate categorie di soggetti da un ente previdenziale o altro istituto.

La pensione previdenziale spettante oggi a tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi, impegnati nel pubblico o nel privato, giunti al termine della propria carriera lavorativa, affonda le proprie radici nel 1888, anno in cui venne fondata nel nostro Paese la Cassa Nazionale di Previdenza per gli operai.

È solo nel 1919 che tale sistema diventa obbligatorio per tutte le imprese e, di conseguenza, inizia a fornire una maggiore tutela ai lavoratori dipendenti.

I contributi previdenziali obbligatori

Tanto i lavoratori dipendenti quanto quelli autonomi sono tenuti per legge a versare dei contributi obbligatori, i quali possono andare a un ente previdenziale, primo fra tutti l’INPS, oppure a una cassa professionale specifica.

Mentre nel caso dei lavoratori dipendenti i versamenti vengono effettuati dai datori di lavoro, i quali fungono da sostituti d’imposta, per quanto concerne i lavoratori autonomi il pagamento deve essere effettuato direttamente, secondo le modalità previste dall’ente previdenziale o dalla cassa di riferimento.

Pensione di anzianità e pensioni anticipate

In base all’età e all’anzianità contributiva, nonché a ulteriori requisiti, come il sesso e il tipo di lavoro svolto, i lavoratori possono accedere a diverse forme pensionistiche.

La principale, spettante a chi ha almeno 20 anni di contributi e ha raggiunto l’età pensionabile, stabilita dello Stato e innalzata nel corso del tempo al fine di effettuare un adeguamento alle nuove aspettative di vita, prende il nome di pensione di anzianità.

Di fianco a questa si colloca la pensione anticipata ordinaria, introdotta con la legge Fornero, la quale consente di andare in pensione alcuni anni prima, a patto di avere un’anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Chi desidera andare in pensione con qualche anno di anticipo, può anche affidarsi, in presenza dei requisiti richiesti, ad altre formule pensionistiche, tra cui Opzione Donna e Ape Sociale.

Per sapere a quanto potrebbe ammontare l’assegno mensile in base alla forma pensionistica scelta, è possibile effettuare una simulazione online sul sito dell’INPS o utilizzando altre piattaforme.